Rassegna di ricercatori e studiosi europei CHE SI SONO IMPEGNATI A STUDIARE L’ENERGIA E I CORPI (IL PERISPIRITO)

DI CUI TANTO HANNO SEMPRE PARLATO I MEDIUM

(Periodo tra il 1850 e l’inizio della seconda guerra mondiale)

 

È inspiegabile come la scienza ufficiale abbia totalmente abbandonato la ricerca sui corpi sottili dell’aggregato spirituale o dei vari strati che si trovano oltre il corpo fisico.

Dopo il 2° conflitto mondiale col cambio culturale anche la scienza ha abbandonato questo filone di ricerca, che invece avrebbe molto da dire sul benessere fisico, psicologico e spirituale dell’essere umano.

Nella nuova cultura imperante il valore del benessere materiale viene prima di tutto, dimenticando i valori umani e spirituali che sono insiti nella natura dell’essere umano. A testimonianza di ciò basti pensare alla millenaria storia di culti e religioni che da sempre cercano di rispondere ai grandi quesiti dell’uomo.

Questa rassegna vuol anche essere un invito ai ricercatori (fisici, medici, psicologi, ecc.) di riconsiderare questo aspetto, perché può chiarire attuali problematiche dell’uomo.

Ogni disturbo o disarmonia inizialmente si forma a livello perispirituale con un cambiamento energetico e poi si materializza nel corpo fisico, manifestando disturbi vari o patologie conclamate a livello corporeo. Attualmente alcuni settori della medicina si stanno interessando per fare diagnosi più esatte basandosi sul cambiamento energetico che colpisce una persona.

I studiosi scientifici di cui parleremo, animati solo dal desiderio di comprendere l’aspetto scientifico rispetto a ciò che si dice esista attorno al nostro corpo, hanno tentato di uscire dall’utopia e dalle illusioni magiche che frequentemente le persone alimentano o autoalimentano in funzione delle proprie motivazioni. Tra essi troviamo studiosi importanti e seri come: Aksakof, William Crookes, il Barone di Reichenbach, Hippolyte Baraduc, L. Lefranc, Charles Lancelin e tanti altri (tutti con un bagaglio di risultati innegabili nel campo della ricerca scientifica), molti di loro titolari anche di cattedre universitarie nelle rispettive Università a livello europeo (ricordiamo che in questo periodo l’Europa era il cuore pulsante della cultura e della ricerca).

Va evidenziato anche un altro fatto: contemporaneamente un altro gruppo di ricercatori, gli psicologi Pierre Janet, William James, Jung, Roberto Assagioli e tanti altri, si interessavano alle personalità multiple, pur non parlando di corpi.

Queste ricerche si sono protratte fino alla seconda guerra mondiale, poi tutti gli studi sono caduti nell’oblio e nell’immaginario comune è rimasta solo l’idea del magico e quindi poco serio, mentre in realtà si tratta di fenomeni elettromagnetici.

Con questa rassegna si vuol ristabilire un po’ di verità su questo mondo che non è magico come alcuni cercano di farlo passare, ma si cerca di dimostrare le sue radici che affondano nella Psicologia e nella Fisica, come un continuum in cui dove finisce uno comincia l’altro.

Comincio col menzionare Ernesto Bozzano e Cesare Lombroso, anche loro titolari di cattedra universitaria (nel corso dei miei studi di medicina ricordo che quest’ultimo spesso veniva dileggiato e inficiato negativamente per la sua ricerca fatta sui tratti somatici per individuare eventuali caratteristiche criminali). Questi due ricercatori inizialmente erano contrari alle teorie di Allan Kardec e per confutarne le idee fecero una ricerca seria sull’argomento e, in base all’evidenza di quello che riscontrarono sul campo, furono loro a cambiare idea. Questo accadde a loro ma anche a molti altri scienziati famosi in Europa che attraverso le loro ricerche nel campo della fisica, dimostrarono col magnetismo i “corpi” di cui tanto parlavano i vari medium e la presenza dell’energia a livello di rarefazione differenziata. Precisiamo che questi ricercatori non avevano nessuna dote medianica, semplicemente volevano conoscere le leggi della fisica e perché alcuni fenomeni avvenivano.

 

Gli studiosi partendo dal fatto che il corpo fisico e lo spirito sono distanziati per natura, sono giunti alla conclusione che è al perispirito che compete avvicinare questi limiti attraverso i suoi strati di densità successivamente decrescenti o sempre più rarefatti, ogni volta più eterizzandoli nella misura in cui si elevano verso lo spirito. Da qui risulta illogico affermare l’omogeneità del perispirito. Solo attraverso l’interpenetrazione degli strati più fluidi in quelli meno fluidi si può comprendere la correlazione e l’armonia dell’essere umano, la solidarietà intima e stretta dei componenti del suo ternario, conservando tutti l’autonomia che è loro propria, essendo gli elementi interni in una interdipendenza subalterna, regolati dalla legge vibrazionale del ritmo e dalla legge della polarizzazione.

 

Iniziamo col presentare lo scienziato Aksakof.

Alexandre Aksakof

Alexandre Aksakof

 

Questo gigante della letteratura spiritista nacque a Ripievka, Russia, il 27 maggio del 1832 e disincarnò il 4 gennaio del 1903. Fu diplomatico e consigliere privato dell’Imperatore Alessandro III, Zar della Russia. Si dedicò allo studio della Filosofia e della Religione, dovendo per questo apprendere l’ebraico e il latino.

Fu l’autore di "Animismo e Spiritismo", pubblicato nel 1890 e tradotto in varie lingue.

Dopo aver studiato Filosofia, scrisse la prima opera in francese, nel 1852, su Swedenborg: "Un’esposizione metodica del senso spirituale dell’Apocalisse, secondo l’Apocalisse rivelata". Nel 1854, dopo la lettura dell’opera di Andrew Davis, "Rivelazioni della Natura Divina", Aksakof aprì nuovi orizzonti alle sue aspirazioni e tendenze intellettuali, riconoscendo un mondo spirituale la cui realtà non fu più messa in dubbio.

Studiò fisiologia e psicologia, oltre alla Fisica, Chimica e Matematica, allo stesso tempo accompagnava, passo passo, l’evoluzione spiritista in Europa e in America. A partire dal 1855, inizia la traduzione in russo di tutte le opere di Allan Kardec, Hare, Edmonds, Dale Owem, William Crookes.

Sostenne la polemica e rifiutò le spiegazioni materialistiche del filosofo tedesco Dr. Von Hartmann sui fenomeni spiritisti. Inoltre, effettuò numerosi esperimenti e osservazioni scientifiche con il concorso della celebre medium italiana Eusapia Palladino, gettando le basi del libro “Animismo e Spiritismo”.

Aksakof propose per i fenomeni animici una classificazione in quattro categorie distinte:

- effetti psichici (telepatia, impressioni trasmesse a distanza);

- effetti fisici (fenomeni telecinetici, cioè movimento a distanza);

- proiezioni dell’immagine (sdoppiamento);

- proiezioni di immagini "con certi attributi di corporeità", cioè formazione di corpi materializzati.

 

Di seguito riporto anche questa riflessione del ricercatore nel campo della psiche e della spiritualità J.S.Godingno che ben si collega alle ricerche di Aksakof.

“Evidentemente, con l’avvento dell’Apometria, avremmo altre categorie da aggiungere e altri fenomeni da inquadrare, come lo sdoppiamento multiplo ed anche fenomeni misti, nei quali possiamo identificare caratteristiche nitidamente animiste ed anche interferenze o partecipazione di esseri disincarnati.

Il capitolo VII, "Dell’emancipazione dell’anima", dall’opera “Il Libro degli Spiriti”, si riferisce all’attività dell’anima, mentre è sdoppiata dal corpo fisico dal sonno comune, e in questo sono inclusi i sogni, contatti personali con altri individui, incarnati o disincarnati, telepatia, letargia, catalepsia, morte apparente, sonnambulismo, estasi, doppia vista.

In questo capitolo si presenta, pertanto, la fenomenologia animica, anche se in maniera un po’ sommaria, ma in qualche modo sarebbe importante che i nostri lettori ne dessero un’occhiata.

Poiché l’idea è gettare le basi per l’Apometria, dandole qualche supporto scientifico e filosofico, continueremo con la presentazione di ricercatori illustri che si dedicarono a studiare il fenomeno animico.”

William Crookes

William Crookes

 

 

William Crookes nacque a Londra, il 17 giugno del 1832. Fu il maggior chimico d’Inghilterra, secondo affermazioni di Ser Arthur Conan Doyle, e ciò venne testimoniato dalla traiettoria gloriosa che questo illustre uomo di scienza sviluppò nel campo scientifico. Menzionato per essere uno dei più persistenti e coraggiosi ricercatori dei fenomeni soprannaturali, Crookes sviluppò un importante lavoro nell’area della fenomenologia spiritista.

Nel 1855, Willian Crookes assunse la cattedra di chimica all’Università di Chester. Come conseguenza di studi prolungati, nel 1861 scoprì i raggi catodici e isolò il Tallio, determinando rigorosamente le sue proprietà fisiche. Dopo persistenti studi sullo spettro solare, scoprì nel 1872 l’apparente azione repulsiva dei raggi luminosi, quello che lo portò alla costruzione del Radiometro, nel 1874. Nell’anno seguente, scoprì un nuovo trattamento per l’oro. Tuttavia, il coronamento del suo lavoro scientifico fu la scoperta del quarto stato della materia, lo stato radiante, nel 1879. Gli sono state assegnate varie medaglie per le rilevanti scoperte nel campo della fisica e della chimica. La regina Vittoria d’Inghilterra, lo nominò al più alto rango di quel paese: “Gentleman (Cavaliere)”.

Nel 1870, William Crookes pubblicò il risultato delle osservazioni fatte durante anni con le sorelle Fox e Daniel Dunglas Home. Sono le prime ricerche sistematiche con finalità scientifica sui fenomeni dello spiritismo moderno, anche se, come era prevedibile, con molte mancanze, trattandosi di un campo nuovo e difficile.

Nel 1882, autorevoli ricercatori fondarono la Società per la Ricerca Psichica a Londra. In breve sorse una filiale con lo stesso nome negli Stati Uniti. Nel corso degli anni, in vari paesi, nacquero società simili.

Charles Richet, nel 1905, diede la denominazione di Metapsichica allo studio dei fenomeni misteriosi. Qesto termine fu utilizzato più nei paesi di lingua francese, dividendo la storia della Metapsichica in quattro periodi. Il primo periodo incominciò con la stessa umanità e terminò con Mesmer (1778): è il periodo mitico. Il secondo periodo è il magnetico, che va da Mesmer fino alle prime manifestazioni spiritiste delle sorelle Fox (1847). Il terzo è il periodo spiritista: si estende dalle sorelle Fox fino a Willian Crookes (1847-1870). Finalmente, il quarto e ultimo periodo fu il periodo scientifico, che iniziò con William Crookes (nel 1870) e si estende fino all’epoca attuale.

Possiamo dire che, d’ora in avanti, avremo il periodo scientifico-terapeutico con l’avvento dell’Apometria.

Accanto a tutte le attività, Crookes occupò ancora la presidenza della Società di Chimica, della Società Britannica e dell’Istituto di Ingegneri Elettrici. Dotato di invidiabile fibra di ricercatore, Crookes finì per ricercare i fenomeni medianici, al principio, con il fine di dimostrare che i cosiddetti “sensitivi” e tutti quelli che credevano fortemente nella medianità cadevano in errore.

Nel 1869, i medium J.J. Morse e Marshall servirono da strumento perché Crookes realizzasse le sue prime ricerche.

Le esperienze medianiche più notevoli, portate a compimento da questo illustre scienziato, furono realizzate attraverso la medium Florence Cook, quando ottenne le materializzazioni dello Spirito a cui ha dato il nome di Katie King, fatto che scosse il mondo scientifico dell’epoca.

Katie King era il supposto spirito che si manifestò alla fine del XIX secolo attraverso la medium Florence Cook, giovane attraente di appena quindici anni. La cosa più impressionante è che, attraverso la Cook, King poteva “materializzarsi” secondo diversi gradi, culminando con materializzazioni del corpo intero. Katie King era uno spirito che non solo poteva essere fotografato, ma era in grado di camminare, toccare persone, ed essere toccato da loro. Si osserva che in quell’epoca non c’erano le moderne risorse di captazione di immagini, le quali arrivano oggi a dispensare qualsiasi luminosità artificiale. All’epoca, le luminosità intense, generate dall’esplosione dei “flash”, dissolvevano l’ectoplasma utilizzato nella materializzazione dello spirito, provocando reazioni dolorose nella medium.

Florence era l’unica capace di questo?

In verità, no.

Molti altri medium contemporanei affermavano di essere in grado di materializzare spiriti nelle loro sessioni. Spesso venivano smascherati, arrivando al ridicolo di camminare in ginocchio per farsi passare da spiriti materializzati di bambini. La medium Florence Cook e lo spirito Katie King da lei canalizzato, passarono alla storia, principalmente perché la Cook cercò il rispettato scienziato William Crookes, che realizzò una serie di ricerche e dichiarò l’autenticità della manifestazione fisica dello spirito di King.

Crookes incontrò molte truffe, ma anche scoprì e dichiarò molti casi autentici, come quello di Daniel Home e lo stesso caso di Florence Cook e Katie King. Crookes presiedette la Society for Psychical Resarch, ma dopo un po’ lasciò le ricerche sugli spiriti da parte. Ma prima di morire tornò a dichiarare il suo appoggio e nessun pentimento riguardo alle ricerche, ai risultati e alle conclusioni che aveva realizzato sugli spiriti. Di tutte le elaborate ricerche di Crookes, sulle quali abbiamo soltanto le sue stesse relazioni e conclusioni, anche con altre testimonianze, le prove più solide che restano finiscono per essere le foto fatte a Katie King e a Florence Cook. Sfortunatamente, esse mostrano come il supposto spirito Katie fosse identico alla stessa medium Cook.

In basso possiamo vedere immagini che comparano il viso dello spirito Katie King, sempre vestita di bianco, con quello di Florence Cook, sempre di nero.

Katie King

La somiglianza ovvia tra King e Cook era stata notata da molti, anche prima delle ricerche di Crookes. La conclusione sensata sarebbe che Cook era semplicemente vestita di bianco fingendosi uno spirito, solo che Florence rimaneva nell’ambiente, sotto rigoroso controllo, e al massimo Katie avrebbe potuto essere uno sdoppiamento di lei, cosa non conosciuta all’epoca. Inoltre, i presenti che assistevano alle materializzazioni erano stati identificati e nessun'altro sarebbe potuto entrare nella stanza.

Lo scienziato realizzò innumerevoli test elaborati. Legare la medium Cook per impedirle di presentarsi in bianco era la norma, ma per sanare qualsiasi dubbio fili elettrici furono legati alla medium, che non avrebbe potuto levarli senza che questo fosse registrato in un grande indicatore visibile a tutti. Aldilà di questo, quando lo spirito di Katie King si materializzò, gli fu chiesto di mettere la mano in una sostanza salina. Nel caso si fosse trattato della Cook, con i fili legati al corpo, anche questo sarebbe stato rilevato. Ma non era lei. Era una presa di coscienza del suo aspetto, uno sdoppiamento, una manifestazione addensata (materializzata) di una delle sue personalità multiple, più probabilmente una sub-personalità.

A questo si aggiungono innumerevoli segnalazioni dello stesso scienziato di aver visto chiaramente Cook e King allo stesso tempo, come quella di altre persone, e ancora, il fatto che, nonostante certe somiglianze fisiche, ci sono anche differenze. La giovane Florence Cook aveva appena 15 anni di età quando si presentò a Sir Willian Crookes, allo scopo di servire da mediatrice per le ricerche scientifiche che venivano realizzate. Sono sue le seguenti parole: “Andai a casa del Signor Crookes, senza impedimenti dei miei genitori e né dei miei amici. Mi offrii in sacrificio volontario sull’altare della sua incredulità.” Ella chiese la protezione della Sig.ra Crookes e si sottomise ad ogni sorta di sperimentazione, con l’obiettivo di provare la sua medianità.

Il 22 aprile del 1872, accadde, per la prima volta, la materializzazione dello Spirito Katie King, erano presenti alla sessione la sua mamma, alcuni fratelli della medium e la cameriera.

Dopo varie sessioni, nelle quali lo Spirito Katie King si manifestava con incredibile regolarità, la Sig.ra Florence dichiarò a Willian Crookes che era decisa a sottomettersi ad ogni genere di ricerca.

Nella sua opera “Fatti Spiritisti”, fa una relazione completa di tutte le esperienze realizzate con lo Spirito materializzato di Katie King, che non lascia dubbi quanto al suo potere straordinario di dar la forma desiderata, utilizzando la materia fisica.

Numerosi scienziati famosi, proprio davanti ai fatti più convincenti, esitarono nel proclamare la verità per paura delle conseguenze che questo avrebbe potuto creare agli occhi della gente. Crookes, però, non agì così. Lui penetrò nel campo delle ricerche con lo scopo di smascherare, di trovare frodi, però, quando constatò che i casi erano veritieri, inconfondibilmente, si arrese all’evidenza, si curvò davanti alla verità, divenne spiritista convinto e affermò: - “Non dico che questo è possibile; dico: questo è reale!”

Willian Crookes morì il 4 aprile del 1919 a Londra, Inghilterra.

Ernesto Bozzano

Ernesto Bozzano

 

Non potremmo rinunciare neanche alla collaborazione preziosa del grande ricercatore e studioso Ernesto Bozzano. Il suo contributo sul chiarimento e la comprensione dei fenomeni animici è molto importante.

Bozzano nacque il 9/01/1862 a Genova e morì il 24/06/1943, nella stessa città. Fu professore all’Università di Torino prima di convertirsi allo Spiritismo. Bozzano era materialista, scettico e positivista.

Ricercatore profondo e meticoloso, scrisse più di trentacinque opere, tutte di carattere scientifico. Organizzò studi sperimentali, con il prezioso concorso di 76 medium ed elaborò nove monografie incompiute. Questo è il foglio di servizio di uno dei più eruditi pensatori e scienziati italiani.

In un’epoca in cui il Positivismo eccitava molte coscienze, Bozzano si dimostrava nitidamente incline. Dai postulati positivisti gravitò ad una forma intransigente di materialismo, quello che lo portò a proclamare più tardi: “Fui un positivista-materialista convinto a tal punto, che mi sembrava impossibile potessero esistere persone colte, dotate normalmente di senso comune, che potessero credere nell’esistenza e sopravvivenza dell’anima”.

Il fatto che rappresentanti della Scienza ufficiale prendessero sul serio la possibilità della trasmissione del pensiero tra persone che vivono in continenti differenti, l’apparizione di fantasmi e l’esistenza delle cosiddette case infestate dai fantasmi scandalizzavano Bozzano.

Solo dopo aver letto diverse altre opere Ernesto Bozzano decise di dedicarsi con duro e veritiero fervore allo studio approfondito dei fenomeni spiritisti, facendolo attraverso le opere di Allan Kardec, Léon Denis, Gabriel Delanne, Paul Gibier, William Crookes, Alexander Aksakof e altri.

Come misura iniziale per uno studio profondo, Bozzano organizzò un gruppo sperimentale, al quale parteciparono molti professori dell’Università di Genova.

Nel corso di cinque anni consecutivi, grazie all’intenso lavoro sviluppato, questo piccolo gruppo fornì ampio materiale alla stampa italiana e, oltrepassando le frontiere, arrivò a vari paesi. Si era ottenuta la realizzazione di quasi tutti i fenomeni, culminando con la materializzazione di sei Spiriti, in maniera abbastanza visibile, e con le più rigide prove.

Tra le più di trentacinque opere scritte, citiamo “La Crisi della Morte”, “L’Ipotesi Spiritista e le teorie Scientifiche”, “Animismo o Spiritismo”, “Comunicazioni Medianiche tra Vivi”, “Pensiero e Volontà”, “Fenomeno di Trasfigurazione”, “Metapsichica Umana”, “Gli Enigmi della Psicometria”, “Fenomeni di Talestesia”, etc.

La sua devozione al lavoro lo ha fatto diventare, di diritto e di fatto, uno dei più salienti ricercatori dei fenomeni spiritisti, imponendosi con la rilevanza del suo nome e con l’ amore puro che dedicò alla causa che aveva sposato e che aveva difeso con tutte le forze della sua convinzione incrollabile.

Un fatto nuovo ha contribuito a rafforzare la sua fede nello Spiritismo: la disincarnazione di sua madre, nel luglio del 1912, che servì da ponte per la dimostrazione della sopravvivenza dell’anima. Bozzano realizzava in questa epoca sessioni settimanali con un ridotto gruppo e con la partecipazione di una famosa medium. Realizzando una sessione nella data del primo anniversario della disincarnazione di sua madre, la medium scrisse alcune parole in un pezzo di carta, le quali, dopo essere state lette da Bozzano lo lasciarono tormentato.

Lì stavano scritte gli ultimi versi dell’epitaffio che in quello stesso giorno lui aveva lasciato sulla tomba di sua madre.

Gabriel Delanne

François Marie Gabriel Delanne nacque a Parigi, in Francia, il 23 marzo del 1857, esattamente nell’anno in cui Kardec pubblicava la 1ª edizione de "Il Libro degli Spiriti”, e disincarnò nella stessa città, il 15 febbraio del 1926, a 69 anni. Suo padre Alexandre Delanne, era spiritista e molto amico di Kardec, motivo per cui ne fu grandemente influenzato. Sua madre lavorò come medium, cooperando con il Maestro di Lione nella Codificazione.

Delanne fu uno dei maggiori propagatori della sopravvivenza e comunicabilità degli Spiriti.

Lui affermava:

"L’intelligenza che si manifesta non emana dagli operatori; essa dichiara di essere quello il cui nome declina. Non vediamo perché si ostinerebbe a negare la sua esistenza. Ora andiamo ad accumulare le prove dell’esistenza degli Spiriti e esse andranno a rivestire un carattere ogni volta più forte, in modo che nessuna negazione sarà capace di combattere l’evidenza dell’intervento degli Spiriti in queste nuove manifestazioni."

Ingegnere elettrico, molto dedito agli studi della Dottrina Spiritista nascente, Delanne, a 28 anni, pubblicò i primi risultati dei suoi studi nel libro “Davanti alla Scienza”. Fu uno dei fondatori e poi presidente dell’Unione Spiritista Francese, partecipò al Congresso Spiritista di Bruxelles, nel 1884 e, assieme a Léon Denis, al Congresso Spiritista Internazionale dal 16 al 27 settembre del 1900 e al Congresso Spiritista Internazionale, a Parigi, nel 1925.

Gabriel Delanne era figlio di genitori spiritisti convinti e praticanti, suo padre era uno dei fondatori della Lega Parigina di Didattica e affezionato amico di Allan Kardec e faceva parte con quest’ultimo della direzione della Società Spiritista fondata da entrambi. Sua madre, portatrice di medianità palese, collaborò molto alla codificazione kardecista con le sue comunicazioni, trasmettendo informazioni affidabili, filtrate dal mondo spirituale attraverso i suoi doni. Questo grande difensore dello Spiritismo nacque pertanto in ambiente spirituale propizio alla sua preparazione, che è stata fatta secondo modelli rigorosamente scientifici e con stretta fedeltà al suo codificatore. Delanne, sostenendo sempre che la sua fede incrollabile era quella spiritista e dedicandosi presto alla ricerca sperimentale dei fatti assistiti all’interno della sua stessa casa, venne a ricevere dalla spiritualità un messaggio, il cui contenuto l'avrebbe reso più dedito e disciplinato nei riguardi delle sue ricerche. Diceva il messaggio: - "Non temere. Abbi fede. Giammai sarai ricco dal punto di vista materiale. Nessuna cosa, però, ti mancherà nella vita".

Nel 1883, egli fondò la rivista "Lo Spiritismo", grazie alla generosità di un’inglese, Elisabeth d'Esperance, che gli donò il denaro per le spese. Passò quindi a realizzare esperienze con grandi medium. Nel1904, insieme a Charles Richet e altri studiosi, presenziò ai prodigiosi fenomeni di materializzazioni di Villa Cármen, ad Argel. La produzione letteraria di Delanne non si appoggia su speculazioni immaginarie, ma su fatti da lui stesso ricercati e confermati. Dedicandosi in maniera speciale al lavoro con l'intento di dimostrare che lo Spiritismo poggia su basi scientifiche, scrisse queste principali opere, oggi conosciute in tutto il mondo: "Ricerche sulla Medianità", "L’Anima è Immortale", "Lo Spiritismo davanti alla Scienza", "Il Fenomeno Spiritista", "L’Evoluzione Animica", "Le Apparizioni Materializzate di Vivi e Morti", "Documenti per lo Studio della Reincarnazione" e, finalmente, "La Reincarnazione".

In "Lo Spiritismo davanti alla Scienza", lui traccia, con rara maestria, un quadro completo dei dati che lo psichismo può presentare. Come dimostrazione dell’ammirevole sicurezza della sua argomentazione, basti dare un'occhiata alle sue pagine e verificare che, dall’epoca già distante in cui apparve la prima edizione di quest’opera, il suo autore ebbe la soddisfazione di verificare che alcune delle più importanti teorie esposte ebbero la consacrazione della Scienza.

Nella sua lotta per stabilire la verità spiritista, conoscendo i mali generati dall’ignoranza, dal fanatismo e dalla passione sfrenata, Delanne scrive: “La lotta si accende e probabilmente sarà lunga, dal momento che i pregiudizi religiosi e scientifici si mostrano ostinati. Inconsciamente, però, l’evidenza finisce con l’imporsi. Abbiamo ora la convinzione che la certezza dell’immortalità diventerà una verità scientifica, le cui conseguenze benefiche, facendosi sentire nel mondo intero, muteranno i destini dell’umanità". Uomo di mentalità politecnica, presto affezionato agli studi esatti, alle osservazioni a freddo, alle deduzioni rigorose, egli fu il capo supremo della parte sperimentale dello Spiritismo, sviluppandola notevolmente.

Delanne fece vedere, attraverso le sue opere, che la Fisica moderna, il magnetismo, l’ipnotismo, la suggestione verbale o mentale, la chiaroveggenza, la telepatia e lo Spiritismo, tutte queste conoscenze nuove sono convergenti alle frontiere spirituali. Divenne evidente che le prove delle comunicazioni degli spiriti, essendo tanto numerose quanto varie, sarebbero diventate per lo Spiritismo una dimostrazione scientifica dell’immortalità. Nella sua lotta incessante, iniziata a 13 anni, pubblicò a 68 anni un’opera di incomparabile valore, intitolata "La Reincarnazione" (ultima del suo genio privilegiato). Quest'opera si distingue per la solidità presentata, per il rigore della sua logica, per il valore della sua argomentazione, per la scelta delle prove che presenta, per la superiorità della sua tesi e per l’imparzialità con cui presenta i fatti.

Affrontando tutte le angolazioni elaborate dalla codificazione, Delanne sempre rispondeva con umiltà sulla sua stessa opera: "Non ho dilatato nulla. Tutto ciò che c’è è di Kardec. Appena ho fatto constatazioni. Le ho mostrate nei miei libri e le dimostro nella pratica quotidiana. Nulla da aggiungere". Eccesso di modestia da parte sua. La sua opera complementa e solidifica gli insegnamenti di Kardec, affrontando temi correlati e approfondendo altri dove il grande codificatore non disponeva di tempo per considerazioni maggiori.

Delanne fu il ricercatore che in maniera instancabile seppe avvicinare la scienza alla religione, certo che entrambe dovessero camminare unite per una comprensione logica dell’universo e dei suoi abitanti: gli spiriti. L’insigne ricercatore dedicò tutta la sua vita alla diffusione dello Spiritismo, per il quale si sacrificò inutilmente agli occhi di quelli che vedono solo nel beneficio immediato la vera ragione del vivere umano e per questo non possono comprendere che, per forza di questo disprezzo per le vanità e ambizioni terrene, egli si coprì di glorie spirituali per il lavoro ben condotto senza esitazioni e fedelmente eseguito fino al termine della sua vita corporea.

Johan Carl Friedrich Zöllner

 

Johan Carl Friedrich Zöllner nacque nel 1834 e morì nel 1882. Fu un giovane professore di Fisica e di Astronomia all’Università di Lipsia, in Germania. Ben presto si interessò ai fenomeni medianici, sviluppando la teoria della quarta dimensione, difendendola, sostenendo le posizioni teoriche e soprattutto le esperienze pratiche. Per la teoria dello spazio quadridimensionale, l’universo avrebbe, oltre alle tre dimensioni euclidee, una quarta, per la quale si spiegano alcuni fenomeni di ordine spiritista. Le dimensioni supplementari nello spazio sarebbero estensioni della stessa materia invisibile e impercettibili ai nostri sensi fisici.

Per quanto riguarda la teoria della 4ª dimensione, Giovanni Schiapparelli, famoso astronomo italiano, scrisse in una lettera a Camille Flammarion: - “è la più ingegnosa e probabile che possa essere immaginata. Secondo questa teoria, il fenomeno medianico può perdere la sua caratteristica mistica e passerebbe al dominio della Fisica e della Filosofia ordinarie.”

Vediamo uno tra i molti casi misteriosi di persone scomparse che sarebbero state portate ad una quarta dimensione.

"Il 25 di novembre del 1875, l’ambasciatore britannico nella corte di Vienna, Benjamin Bathurst, si stava dirigendo verso Londra. Poco dopo mezzogiorno era arrivato a Perleburg, piccola città tedesca. La vettura stazionava davanti ad un albergo allo scopo di cambiare i cavalli. Il giorno era chiaro e assolato. L’ambasciatore scese dal calesse e stava osservando gli animali. Passò vicino allo stalliere che attaccava i cavalli, andò dietro agli stessi e sparì misteriosamente di fronte a varie persone che si trovavano lì. Non c’erano alberi, buche, cespugli o qualsiasi cosa che potesse occultare un uomo. Ricerche minuziose furono fatte da tutti che, esausti, desistettero dalla ricerca per mancanza di una qualsiasi traccia che li motivasse a proseguire (Langelan Georges -"Les faits maudits"). Ci sarebbe stato un trasferimento dell’ambasciatore da questo nostro spazio per un altro spazio parallelo, attraverso la quarta dimensione? Non sappiamo. A parte questo fatto che riteniamo necessario per una miglior comprensione del lettore sulla 4ª dimensione, torniamo al personaggio biografato.

Per meglio confermare la sua teoria, Zöllner realizzò innumerevoli riunioni con medium e ricercatori nella sua stessa residenza. Nel 1877 ospitò, per la prima volta, a Lipsia, il medium inglese Henry Slade. Questo era protagonista di innumerevoli manifestazioni di effetti fisici. Per analizzare la medianità di Slade, Zollner poté contare occasionalmente sulla partecipazione di vari altri professori universitari, ciò impresse un maggior entusiasmo alle sue ricerche. Con il lavoro realizzato con questo medium, Zollner fece varie pubblicazioni in veste di articoli, in riviste scientifiche e successivamente libri che trattavano di fisica trascendentale.

Zollner ebbe contatti con altri medium famosi del secolo XIX. Uno di questi fu Madame d'Esperance, protagonista di fenomeni di apparizione e di trasporto di oggetti. Ella si trovava in Germania e cercò il prof. Zollner. In occasione di un viaggio a Breslavia, egli le suggerì di cercare il Dr. Friese. Questo la ospitò e finì col convincersi delle manifestazioni della medium. Lei stessa riferiva un fatto pittoresco rispetto ad una visita che Zollner fece a lei e al Dr. Friese a Breslavia: "Durante la visita del prof. Zollner, la dimora del Dr. Friese fu invasa da moltissime persone che venivano con inquietudine a informarsi sugli ultimi avvenimenti. Come un fulmine, la notizia era stata divulgata tra gli studenti e le storie più straordinarie erano in circolazione. Molti immaginavano che il dottore avesse un battaglione di spiriti a sua disposizione per fare miracoli e sparizioni, curare infermi e dare informazioni su amici spariti o qualsiasi altra cosa." - Che devo dire a tutte queste persone? - Domandava lui. Sembrano ignorare che lo Spiritismo non è sinonimo di stregoneria e di magia nera". Sarà che oggi è differente? Sembra che le cose non siano mutate molto in questa epoca.

Zollner attraverso i suoi libri attrasse l‘attenzione del mondo filosofico per le sue idee originali esposte nella sua opera "La Natura delle Comete" e in altre come "Cenni di Fotometria Universale dei Cieli Stellati", "Natura dei Corpi Celesti" e "Fisica Trascendentale". Si distinse come membro della Reale Società di Scienze, della Reale Società Astronomica di Londra e della Imperiale Accademia di Scienze Fisiche e Naturali di Mosca. Fu anche Membro Onorario dell’Associazione di Scienze Fisiche di Francoforte e Membro della Società Scientifica di Studi Psichici di Parigi dove la sua lucida prestazione era rispettata da tutti.

Nel marzo del 1880, il Barone Von Hoffmann ingaggiò il medium inglese William Egliton per partecipare alle riunioni con Zollner. Furono in tutto 25 riunioni. Egliton era medium di effetti fisici, principalmente materializzazione e scrittura diretta. Zollner si mostrò molto soddisfatto dei risultati e dichiarò che non c’era nulla di sbagliato nelle manifestazioni. Pretendeva persino di pubblicare un altro libro sulle sue esperienze, però morì prima.

Zollner fu un grande combattente della causa spiritista, si distinse per le sue esperienze fisiche dove la manifestazione degli spiriti non lasciarono dubbi né incertezze. Essendo fisico, utilizzò questa scienza per dimostrare l’immortalità e divulgare l’interferenza dei disincarnati nel quotidiano degli incarnati. Proponendo la teoria della 4ª dimensione per spiegare i fenomeni osservati, anticipò ai fisici attuali e dimostrò come la Scienza può aiutare la religione e quanto la religione può essere scientifica. Fu uno scienziato che oltrepassò i limiti angusti dei laboratori terreni per innalzarsi agli altipiani filosofici della stessa Scienza, diventò così un cacciatore di verità, verità che alimentano i sogni immortali degli uomini.

Gustave Geley

Gustave Geley

 

Scienziato e profondo psichista, nacque nel 1865 e morì nel 1924. Era medico a Nancy e abbandonò la carriera per dedicarsi allo studio dei fenomeni metapsichici. Fondò l’Istituto Metapsichico Internazionale di Parigi, del quale fu direttore. Fece numerose esperienze sulle materializzazioni, specialmente nel conseguire il modellamento con il gesso delle mani ectoplasmatiche.

Nella sua opera "Dall’inconscio al Conscio ", egli dice: "Per l’uomo sufficientemente evoluto, la morte fa rompere il circolo ristretto nel quale la vita materiale aveva rinchiuso una coscienza che trasbordava – circolo della professione, circolo della famiglia, circolo della Patria. L’essere si trova trasportato oltre i ricordi abituali, degli amori e degli odi, delle passioni e delle abitudini… Nella catena delle esistenze una vita terrena non ha l’importanza di un giorno nel corso di questa esistenza”.

Laureato in Medicina alla Facoltà di Lione, esercitò fino al 1918 in Annecy, dove raggiunse una grande reputazione. Interessandosi ai fenomeni paranormali, realizzò molti studi che rimasero registrati negli annali scientifici dell’epoca. Realizzò notevoli indagini nel 1916 con la médium Eva Carriére. Nel 1919 assunse la direzione dell’Istituto Metapsichico Internazionale, dove ottenne fenomeni straordinari con il medium polacco di materializzazione Franck Kluski. Nel 1922 e 1923 promosse un’altra serie notevole di sessioni di ectoplasmia, con il medium Jean Guzik, dalle quali scaturì lo storico "Manifesto dei 34", firmato da eminenti uomini di scienza, medici, scrittori e periti della polizia. Dal 1921 al 1923 realizzò, sia a Varsavia, sia a Parigi, esperienze con il medium polacco Stephan Ossoviecki.

Pubblicò varie opere, tra cui spiccano: “Saggio”, 1897; “l’Essere Sub-cosciente”, 1899; “Monismo Idealista e Palingenesia”, 1912; “La cosiddetta Fisiologia Sopranormale e i Fenomeni dell’Ideoplastia”, 1918; “Dall’Inconscio al Conscio”, 1919; “L’Ectoplasmia e la Chiaroveggenza”, 1924. In quest’ultima opera l’Autore annuncia un volume complementare intitolato "Generazione e Significato dei Fenomeni Metapsichici ", che non riuscì a essere pubblicato in seguito all’incidente in cui perse la vita.

Il suo primo lavoro, in ordine cronologico, è un riassunto della dottrina spiritista, che egli organizzò per l’uso, personale o, come disse, per fissare le proprie idee rispetto allo Spiritismo. Riuscì tanto bene, che alcuni amici lo convinsero a pubblicarlo sotto forma di saggio. Aveva acquisito Il buon ordinamento delle idee, in precedenza quando fu attratto dal positivismo di Augusto Comte, che esercitò una profonda influenza nella sua formazione intellettuale.

Nel libro "L’essere Sub-cosciente", il cui titolo potrebbe essere sinonimo di perispirito, il Dr. Geley forse desiderava impiegare una terminologia più neutra affinché potesse interessare gli uomini di scienza del suo tempo. La sostanza che compone l’essere sub-cosciente è "omogenea, inaccessibile ai sensi normali, imponderabile, capace di attraversare ostacoli materiali, suscettibile di essere proiettata parzialmente, ben lontano dalla persona”. Da un altro lato "è visibile ai sensitivi in stato d’ipnosi". "L’essere sub-cosciente esteriorizzabile - dice lui - è il prodotto sintetico di una serie di coscienze successive che si fondono in esso e che poco a poco lo costituiscono". E così, con questa terminologia, il libro fa una sintesi esplicativa dei fenomeni oscuri della psicologia normale e anormale.

Nell’opera "Dall’Inconscio al Conscio", l’autore sviluppa con profondità il problema dell’evoluzione, analizzando, attraverso uno studio critico, le teorie classiche dell’evoluzione attraverso i pensieri di Darwin, di Lamarck e di Bergson. In un linguaggio sempre semplice, preciso e inequivocabile, si trovano conclusioni come: "Tutto avviene nella Biologia come se l’essere fisico fosse essenzialmente costituto da una sostanza primordiale unica dalla quale le formazioni organiche non sono altro che semplici rappresentazioni." La lettura integrale aiuta la comprensione, in una sintesi più completa e più vasta, dell’evoluzione collettiva e individuale.

Nei due libri sopra descritti, il Dr. Geley si limitò in pratica alla demolizione delle dottrine evoluzioniste e psicologiche del suo tempo e alla costruzione meticolosa del suo sistema di concezioni. Le sue conclusioni, che sono le stesse della dottrina spiritista, diedero luogo alla comparsa di critiche alla sua opera, secondo le quali il grande medico, rispettabile per tutti i titoli, aveva concepito una teoria molto complessa, di grande portata, finanche rivoluzionaria tuttavia basata su "fatti insufficientemente studiati e stabiliti". Da lì la ragione della "Ectoplasmia e Chiaroveggenza". Vogliono fatti? Lì ci sono. E sono stati tanto abbondanti e tanto ben documentati che le conclusioni filosofiche dovettero essere trasferite in un altro libro.

Geley disincarnò in un incidente aereo, nel 1924, quando tornava a Parigi, dopo aver assistito, a Varsavia, a varie sessioni con Franck Kluski. Estratto dai resti dell’aereo, ancora stringeva la sua valigia, che conteneva frammenti di stampi in paraffina. L’aereo era privato e fu noleggiato da Geley, perché il pilota della linea Varsavia-Parigi si rifiutò di trasportare la valigia poiché conteneva oggetti “diabolici e malefici”.

 

Eugène Auguste Albert de Rochas

Eugène Auguste Albert de Rochas

De Rochas nacque il 20 di maggio del 1837 e disincarnò il 2 di settembre del 1914. Fu ingegnere, colonnello dell’Esercito e amministratore della Scuola Politecnica di Parigi.

Per mezzo di passe longitudinali, applicati su alcuni sensitivi, De Rochas riusciva a provocare in questi pazienti la regressione della memoria, facendo si che essi si ricordassero, con la massima precisione, di fatti avvenuti in varie incarnazioni passate. Queste esperienze sono abbastanza conosciute. L’autore assistette a un lavoro d’ipnosi, nel quale l’operatore, attraverso i passe, provocò la regressione della memoria di un sensitivo fino ai primi mesi della sua esistenza, progredendo successivamente. E quando all’età di dieci dodici anni, approssimativamente, presentava tutte le caratteristiche proprie di questa età.

De Rochas pubblicò varie opere, tra di esse "Le Vite Successive", nel quale espose minuziosamente questi fatti.

Tra gli uomini eminenti che cercano, col metodo sperimentale, di approfondire lo studio delle cause dei fenomeni psichici, uno dei più assidui fu l’illustre Rochas d'Aiglun (Eugene Auguste Albert, conte d'Aiglun) appartenente a un’antica famiglia che possedeva il feudo d'Aiglun, vicino a Digne, dalla metà del secolo XV fino all’epoca della rivoluzione nel 1789. Dopo aver fatto brillanti studi letterari, al Liceo di Grenoble, cominciò a studiare Diritto per entrare nella magistratura, come suo padre e suo nonno; tuttavia, non essendo lo studio delle leggi sufficiente per le sue attività intellettuali, egli passò a studiare altre scienze.

Nel 1836 ottenne il premio d’onorificenza per le matematiche speciali e, nell’anno seguente, fu ricevuto al Politecnico di Parigi. Nel 1861 entrò nell’esercito con l’incarico di tenente degli ingegneri. Promosso capitano per merito nel 1864, prese parte alla guerra del 1870-71 e fu nominato comandante di battaglione nel 1880. Al fine di dedicarsi con maggior libertà ai lavori scientifici cui era affezionato, lasciò prematuramente, nel 1889, il servizio militare attivo ed entrò al Politecnico con l’incarico di direttore civile, passando alla riserva con il grado di tenente-colonnello.

I lavori militari e scientifici del colonnello de Rochas sono considerevoli; conoscendo a fondo tutto quello che era stato scritto sulla scienza psichica, sperimentatore consumato, contribuì in larga scala alla classificazione del magnetismo tra le scienze puramente fisiche. Studiò la polarità, contribuì alla classificazione delle fasi del sonnambulismo, osservò metodicamente i fenomeni spiritisti, ricercò sull’espressione della sensibilità e dimostrò il meccanismo dello sdoppiamento.

Membro di varie società erudite, ufficiale della Legione d’Onore, dell’Istruzione Pubblica, del Santo Salvatore (Grecia), e degli Ordini di San Maurizio e San Lazzaro (Italia); commendatore dell’ordine di Sant'Anna (Russia), al Merito Militare (Spagna), di Medjidie (Turchia), di Nicham (Tunisia), del Dragone Verde (Anam), il colonnello de Rochas fu uno dei saggi a cui lo Spiritismo e il magnetismo contemporaneo più devono.

Scienziato nato e scrittore di rara luminosità, lasciò ai posteri opere importanti come "La Levitazione", lavoro che non si limita solo al titolo generico dell’opera, dal momento che aggiunge importanti studi sulla Fisica della Magia, presentati nel 1889 al Congresso Spiritista di Londra, la memoria intitolata "I Limiti della Fisica", presentata al Congresso Internazionale della Storia delle Scienze nel 1900. Altre opere importanti furono: "L’Esteriorizzazione della Sensibilità", " L’Esteriorizzazione della Motricità", “Le Emanazioni Odic”, "I Sentimenti, la Musica e il Gesto".

De Rochas era un adepto convinto del pensiero che esprimeva e desiderava che l’uomo potesse e dovesse, attraverso lo studio e le indagini scientifiche, avvicinarsi a Dio e confidare nella vita, sostituendo così alla sua fede vacillante una credenza solida e raziocinante.

Il suo libro “Esteriorizzazione della Sensibilità”, è un’altra relazione delle sue esperienze ed è molto ben basato dalle esperienze degli altri ricercatori sull’argomento, quali: Thomas Barthololin, medico danese autore di monografie che comprendevano più di 600 intriganti scoperte, uno dei maggiori anatomisti di tutti i tempi; William Crookes, conosciuto da tutti; Michael Faraday, fisico e chimico inglese; Perre Janet, psicologo e neurologo riconosciuto tanto in Francia come negli Stati Uniti, per aver sviluppato il trattamento clinico delle malattie mentali in relazione con la psicologia accademica, professore di Psicologia alla Sorbona e al Collège de France dove, nel 1898, presentò la tesi sulle “personalità multiple o secondarie” (Livelli coscienziali); James Clerk Maxwell, fisico scozzese; Franz Anton Mesmer, medico e magnetizzatore austriaco; Barone di Reichenbach, saggio chimico austriaco e Gaspare Tagliacozzi, medico, chirurgo plastico italiano, professore di anatomia ed esponente del secolo XVI (1545-1599).

Scopritori degli Aerosoma

Barone Reichenbach, Hector Durville, Albert de Rochas, Dr. H. Baraduc, L. Lefranc e Charles Lancellin.

 

A partire dalla seconda metà del '900, vari importanti ricercatori europei si sono dedicati alla ricerca dell'uomo-spirito, a livello scientifico, in particolare nel campo dello psichismo sperimentale.

Abbiamo notizia che il primo a parlare del doppio umano a livello scientifico è stato il saggio fisico e chimico austriaco, il Barone Reichenbach, tra il 1850 e il 1865. Più tardi, nel 1893, il famoso direttore del Politecnico di Parigi, il colonnello Albert de Rochas, autore di numerose opere e trattati scientifici nel campo del complesso psichismo umano e del meta-psichismo, ha continuato il lavoro. Così ha avuto inizio il rinnovamento delle scienze legate allo psichismo, dando loro una nuova direzione, essenzialmente positiva e sperimentale.

Utilizzando l'ipnosi magnetica, Albert de Rochas ha sdoppiato e studiato il Doppio Eterico, insieme agli altri corpi, chiamandolo aerosoma* I, (Anima Vitale), perché aveva intuito la possibilità di continuare a sdoppiare, per arrivare agli altri aerosomi.

*Nota T.: “sarcosoma”, nome dato da Lancelin al corpo fisico in opposizione all’aerosoma o perispirito. Viene dal greco sarkos, carne e soma, che si riferisce al corpo.

 

È toccato a un altro ricercatore, lo scienziato Hector Durville nel 1909, sdoppiare il Corpo Astrale, che è stato chiamato aerosoma II (Anima Sensibile), controllando, ripetendo e ampliando la ricerca dei suoi predecessori, la cui esattezza era indiscutibile. E come Albert de Rochas, ha previsto lo sdoppiamento del terzo corpo o aerosoma III.

 

Hanno continuano i lavori l'eminente Dr. H. Baraduc, L. Lefranc e Charles Lancellin.

È toccato al Dr. Baraduc la gloria di dissociare il terzo corpo o aerosoma III, osservando che questo nuovo elemento non aveva più forma umana, ma la forma ovoidale, di colore luminoso, concludendo che si trattava del Corpo Mentale Concreto o inferiore (Anima intelligente).

Nel 1912, L. Lefranc, che era stato il più stretto collaboratore di Durville, ha finito, dopo un intenso lavoro, per dissociare il IV aerosoma, notando che la sua forma somigliava a una fiamma con alone molto brillante. A questo corpo ha dato il nome di Corpo Causale, considerandolo come il custode della memoria e della volontà.

A questo punto delle ricerche, esplode la prima guerra mondiale dal 1914 al 1918 e gli esperimenti venivano sospesi. Oltre agli eminenti ricercatori in questione, ce ne sono stati altri non meno importanti e validi, che sono arrivati alle stesse conclusioni o a conclusioni simili, ripetendo le stesse e altre esperienze. Tra di loro, citiamo il Dr. Joire e Fernandez Colavida.

Con l'avvento della pace, dopo la fine della guerra, Charles Lancelin è ritornato alla ricerca con fervore e competenza, applicando una magnetizzazione intensa e prolungata sul vertice dell'ultimo elemento animico sdoppiato, ossia, dell'ultimo fantasma, agendo al contrario di come facevano L. Lefranc e H. Durville, che applicavano il magnetismo alla base dell'elemento. Con questo, ha ottenuto un nuovo processo di sdoppiamento più efficiente, che ha chiamato analitico, producendo una migliore e più completa dissociazione degli elementi dell'anima umana.

Charles Lancelin, che era discepolo del colonnello Albert de Rochas, dopo gli esperimenti esaustivi e cambiando la tecnica analitica con un'altra tecnica, che ha chiamo sintetica, è riuscito a dissociare gli elementi V, VI, VII, l'anima morale, l'anima intuitiva e l'anima coscienziale. Considerava che l'Atma era l'VIII elemento, per un totale di nove con il corpo fisico.

Ovviamene con la tecnologia attuale potrebbero esse meglio ridefiniti e si potrebbe scoprire dell’altro a questo livello. Sicuramente un nuovo impulso in questo senso darebbe alla medicina strumenti diagnostici più evoluti per fare un’ottima prevenzione oppure potrebbe aiutare nell’idividuare quelle cause di malattie che spesso sono difficili da diagnosticare.

Semyon Davidovich Kirlian

Kirliangrafia

 

In prossimità della fine del 1939, in una piccola città a sud dell’antica Unione Sovietica, Semyon Davidovich Kirlian, un elettricista famoso per i suoi buoni servizi di manutenzione in equipaggiamenti elettro-elettronici, otteneva accidentalmente (o no), la prima Foto Kirlian della storia. Chiamato per aggiustare un apparecchio di elettro-medicina di un ospedale locale, Kirlian avvicinò la mano a parti in tensione e fu vittima di una fortissima scarica elettrica.

Nel momento dello shock, osservò che tra le sue dita e le parti in tensione si formavano interessanti e meravigliose "luminescenze bluastre". Senza sapere quello che aveva scoperto e senza preoccuparsi molto del dolore, nuovamente avvicinò la sua mano alle parti in tensione, solo che questa volta con una pellicola fotografica tra di esse e nella più completa oscurità. Mise la pellicola nello sviluppatore e man mano che la foto si formava, Kirlian si trovò di fronte a meravigliosi riflessi e a raggi, che via via andavano prendendo la forma della sua mano. É chiaro che in quell'epoca Kirlian neppure si immaginava ciò che aveva scoperto e, anche senza sapere ciò che quelle strane forme avrebbero potuto rivelare, iniziò le sue ricerche, molto ben supportato dalla moglie Valentina sempre disponibile a fare da "cavia" nelle foto.

Passò del tempo e Kirlian sviluppò apparecchi che potessero fornirgli le foto senza lo sgradevole dolore e i danni delle scariche elettriche. Una volta si trovò con una foto strana, differente dal "modello" che era abituato ad ottenere. Kirlian testò tutti i componenti della macchina, fece nuove foto e le stesse strane forme erano presenti. Pochi giorni dopo si ammalò con seri problemi cardiaci, probabilmente conseguenti alle esperienze con l’alto voltaggio, solo che la strana foto che fece del suo stesso dito già gli aveva mostrato questo, ancora prima che si ammalasse. Quando gli scienziati vennero a conoscenza di questo fatto, con l’avvallo dei capi di Stato, cominciarono a prestare una certa attenzione alle ricerca che Kirlian e sua moglie stavano facendo. Una volta uno scienziato portò due foglie apparentemente di una stessa pianta perché Kirlian le fotografasse. Nello sviluppare le foto, una di loro presentava meravigliosi contorni luminescenti, mentre l’altra solo macchie o punti luminosi potevano essere visti. Solamente dopo aver chiamato lo scienziato a casa sua che Kirlian venne a conoscenza che il vegetale la cui foglia fornì la foto peggiore era già morta, contaminata da una malattia. Soltanto allora il lavoro che Kirlian stava realizzando cominciò ad essere realmente riconosciuto e divenne strumento di ricerca più seria.

Nel 1953, nel suo libro Teoria Elettrodinamica della Vita, il medico nord-americano Harold Saxton Burr, dell’Università di Yale, scoprì un involucro energetico negli esseri viventi e arrivò perfino a chiamarlo CAMPO L (L= life - vita), qualcosa di somigliante alla scoperta Kirlian.

La prima relazione importante sulle ricerche di Kirlian, portato in Occidente, fu il libro “Esperienze Psichiche Aldilà della Cortina di Ferro” de Lynn Schroeder e Sheila Ostrander, pubblicato nel 1970.

In Brasile, le prime ricerche furono fatte dall’Ingegnere Hernani Guimarães Andrade, fondatore dell’Istituto Brasiliano di Ricerca Psicobiofisica (IBPP), adattando la tecnologia Kirlian alla nostra realtà e consentendo di ottenere le prime elettrografie (foto Kirlian) brasiliane, di buona qualità e di costo relativamente basso.

Dalla sua scoperta, sono passate due decadi affinché le misteriose "Fotografie dell’Aura" arrivassero da noi. Da allora molte cose sono accadute, molte ricerche sono state fatte, molti dubbi sono stati sollevati. Purtroppo, molto misticismo e molte speculazioni sono state fatte su ciò che realmente si stava ottenendo con le foto Kirlian o elettrofotografia e questo ostacolò abbastanza la sua accettazione da parte della scienza.

Oggi in Russia, le Elettrofotografie sono già utilizzate per diagnosi di malattie (fisiche e emozionali) e nelle analisi di sementi che consentono raccolti più produttivi, poiché è stato debitamente riconosciuto dalla scienza.

La Macchina Kirlian é in verità un apparecchio capace di generare un’alta tensione in un’alta frequenza, che sensibilizza un film secondo ciò che sta intorno al campo elettromagnetico che si forma per l’alta tensione nell’elettrodo (luogo dove collochiamo il dito o oggetti) e mai può essere considerata come un "apparecchio miracoloso", capace di fotografare una cosa tanto "mistificata" come l’Aura.

Sappiamo che tutto ciò che sta intorno a noi sta vibrando, tanto che, se non fosse così, non vedremmo nulla. Infatti i colori e le loro tonalità sono formati da frequenze che formano il cosiddetto "spettro visibile", ossia, ogni colore ha la sua frequenza vibrazionale particolare. Nell’oscurità totale non possiamo vedere, poiché non c’è luce da essere riflessa. Anche così continuiamo ad emettere luce, solo in una frequenza fuori del nostro "spettro visibile". Questa luce, che è anche una forma di radiazione, è chiamata "infrarosso" e può essere percepita attraverso risorse e apparecchi ottici appropriati.

Ciò che può essere ottenuto con una Elettrofotografia Kirlian, tecnicamente parlando, è la foto dei RAGGI (proprio questo, raggi!) che saltano dalle nostre dita all’elettrodo da dove passa un film fotografico. Solo che ognuno di noi, esseri umani, ostacola questo "saltare dei raggi" secondo i propri blocchi energetici e persino i propri pensieri ed emozioni. Dal momento che tutto ciò che sta intorno a noi ha la sua frequenza peculiare di vibrazione, con noi non potrebbe essere differente, ossia, queste energie che elaboriamo possiedono frequenze che entrano in “risonanza" con la frequenza generata dall’apparecchio (Macchina Kirlian).

Qualcosa di simile accade con gli apparecchi radio e TV, ossia, la stazione trasmittente emette i segnali in una determinata frequenza che è captata dall’antenna del recettore e in accordo con il selettore di canali che seleziona la frequenza “dell’oscillatore locale", è generata una frequenza che entra in risonanza con la frequenza dell’emittente. Il segnale risultante di queste due frequenze è elaborato e, attraverso l’amplificatore, può essere ascoltato nell’altoparlante in forma di suono.

Nella Foto Kirlian, questa frequenza risultante rimane incisa nel film, insieme ai problemi o "disturbi energetici" che possono presentarsi, attraverso la luce che è fornita dall’elettricità generata dalla Macchina Kirlian.

Pertanto, le Elettrofotografie Kirlian sono in verità "Elettrofoto" e giammai devono essere viste come la "fotografia dell’Aura", come misticamente sono state chiamate nel corso degli anni dai laici, fatto sfruttato dai sensazionalisti mercenari a proprio beneficio.

Sebbene non sia ancora scientificamente accettata in Brasile, la Kirliangrafia sta lentamente guadagnando importanza. Psicologi, terapeuti e altri professionisti della salute, già la utilizzano come un potente strumento di lavoro, al fine di diagnosticare le "vere radici” dei problemi dei loro pazienti e comprovare i loro miglioramenti nel corso del trattamento.

 

 

Franz Anton Mesmer

Franz Anton Mesmer

 Mesmer fu il medico austriaco creatore della teoria del magnetismo animale conosciuto col nome di mesmerismo. Nacque il 23 maggio del 1734, a Iznang, una piccola città vicino al Lago di Costanza. Studiò teologia a Ingolstadt e si laureò in medicina all’Università di Vienna. Benestante, si dedicò a lunghi studi scientifici, arrivando a dominare le conoscenze dei suoi tempi, epoca di accentuato orgoglio intellettuale e scetticismo. Era un lavoratore instancabile, calmo, paziente e anche un esimio musicista.

       Nel 1775, dopo molte esperienze, Mesmer si rende conto che può curare mediante l’applicazione delle sue mani. Crede che da lui esca un fluido che raggiunge il malato; dichiara: "Di tutti i corpi della Natura, è il corpo dell’uomo che con maggior efficacia agisce sull’uomo". La malattia sarebbe solo una disarmonia nell’equilibrio della creatura, egli opina. Mesmer, che non chiedeva nulla per i trattamenti, preferiva occuparsi dei disturbi legati al sistema nervoso. Oltre all’imposizione delle mani sui malati, per estendere il beneficio al maggior numero di persone, magnetizzava l’acqua, i piatti, i letti, ecc., al cui contatto sottoponeva gli infermi.

       Mesmer praticò durante molti anni il suo metodo di trattamento a Vienna e a Parigi, con evidente successo, ma finì espulso da ambedue le città per l’invidia e l’incomprensione di molti. Dopo cinque tentativi per riuscire a far esaminare il suo metodo di cura, presso le accademie, pubblica nel 1779 la "Dissertazione sulla scoperta del magnetismo animale", nel quale afferma che questa è una scienza con principi e regole, nonostante sia poco conosciuta. La sua popolarità proseguì per molti anni, ma altri medici lo tacciavano come impostore e ciarlatano. Nel 1784, il governo francese nominò una commissione di medici e scienziati per studiare le sue attività. Benjamin Franklin fu uno dei membri di questa commissione, che finì per costatare la veridicità delle cure, tuttavia le attribuivano non al magnetismo animale, ma ad altre cause fisiologiche sconosciute.

       Concentrato nell’alleviare il dolore, Mesmer non riuscì a percepire l’esistenza del sonnambulismo artificiale, che il suo illustre e generoso discepolo, conte Maxime Puységur, scopre (compresa la chiaroveggenza ad essa associata), il quale si sviluppa durante il trance magnetico in certe persone.

       Nel 1792, Mesmer, vilipeso, si vide costretto a ritirarsi da Parigi e si trasferì in una piccola città svizzera, dove visse per venti anni sempre servendo i bisognosi e senza mai lamentarsi. Nel 1812, quando era già settantottenne, l’Accademia di Scienze di Berlino lo invitò per dare chiarimenti, giacché voleva indagare a fondo sul magnetismo. Era tardi: egli rifiutò l’invito. L’Accademia incaricò il Prof. Wolfart di intervistarlo. La deposizione di questo professore è una delle più belle nei riguardi del caritatevole medico:

       "Lo incontrai mentre si dedicava con amore all’ospedale da lui scelto. Aggiungendo a questo un tesoro di conoscenze reali in tutti i campi della Scienza, tale come difficilmente accumula un saggio, una bontà immensa di cuore che si rivela in tutto il suo essere, nelle sue parole e azioni e una forza meravigliosa di suggerimenti sui malati".

       All’inizio del 1814, egli ritornò a Iznang, la sua terra natale, dove sarebbe rimasto per i suoi ultimi giorni fino alla morte avvenuta il 05/03/1815.

      Così fu Mesmer. Per anni si dedicò alla cura degli infermi donando il suo fluido vitale con l’atteggiamento degno di quelli che si sacrificano per amore verso il loro lavoro e i loro fratelli. Le sue teorie attraverseranno decadi e il suo esempio figura luminoso tra i missionari che, sotto la frusta delle critiche inopportune e le aggressioni della calunnia, passano lasciandolo incolume, protetto dal dovere rettamente svolto. Il suo nome giammai si staccherà dal vocabolo "fluido" e la sua vita valorosa, per i frutti che generò, giammai sarà dimenticata da quelli la cui onestà di propositi è l’ornamento dei loro spiriti. La sua opera fu decisiva per dimostrare la realtà dell’imposizione delle mani come strumento di sollievo alle sofferenze, tale come le utilizzavano i primi cristiani anticamente e gli spiritisti attualmente.

Pierre-Marie-Félix Janet

Pierre-Marie-Félix Janet

 

Pierre Janet o Pierre-Marie-Félix Janet, nato il 30 maggio del 1859 e morto il 24 febbraio del 1947, a Parigi, fu uno psicologo e neurologo riconosciuto tanto in Francia come negli Stati Uniti, per aver sviluppato il trattamento clinico delle malattie mentali in connessione con la psicologia accademica. Figlio di un giurista e nipote di un professore di filosofia della Sorbona, determinato a diventare professore, entrò nella Scuola Normale nel 1879. Insegnò, dal 1882 fino al 1889, nei licei di Châteauroux e di Havre, periodo in cui lavorò alla preparazione della sua tesi di dottorato in psicologia, come ramo della filosofia, nell’università di Parigi. A questo scopo, frequentò le cliniche di due psichiatri francesi, Gibert e Powilewicz.

Janet presentò la tesi “Automatisme psychologique. Essai sur les formes inférieures de l'activité humaine en 1889” (Automatismi psicologici. Saggio sulle forme inferiori dell’attività umane nel 1889). Questa tesi sugli atti automatici e l’automatismo psicologico, preparata a Havre, ebbe molte edizioni. Conteneva vari concetti che Sigmund Freud avrebbe usato dopo nella Psicanalisi, come gli stati inconsci della mente, che spiegherebbero il non ricordare che segue all’ipnosi e agli attacchi isterici e l’idea che questi ultimi si debbano alle idee inconsce fissate da esperienze traumatiche. Questo portò più tardi a una disputa con Freud su chi fu il primo a riconoscere l’inconscio. La sua teoria sarebbe stata meglio esposta nella sua seconda tesi, “L'état mental des hystériques” (lo stato mentale degli isterici), che avrebbe pubblicato più tardi nel 1892.

Dopo il suo primo lavoro su un caso di chiaroveggenza e ipnosi, diretto da suo zio nella Società di Psicologia Fisiologica nel 1882, Janet aveva richiamato l’attenzione del neurologo Jean-Martin Charcot, famoso per l’uso che faceva dell’ipnosi nello studio dell’isteria. Charcot, che dirigeva il manicomio della Salpêtrière a Parigi, all’epoca la maggior istituzione francese per il trattamento delle malattie mentali, creò per lui il laboratorio di psicologia sperimentale in quell’ospedale. Nello stesso anno, 1889, Janet iniziò i suoi studi di medicina, lavorando con Charcot.

Alla Salpêtrière, Janet completò la tesi per la sua laurea di medico, “L'état mental des hystériques” (Lo stato mentale degli isterici) pubblicata nel 1892, nella quale egli tenta di classificare le varie forme d’isteria secondo le manifestazioni di paralisi, di sonnambulismo e di amnesia. Cercando di mettere in relazione l’isteria con le teorie psicologiche dell’epoca, egli considerò l’isteria, unitamente all’ipnosi, essenzialmente di origine psicologica, quindi un prodotto della "suggestione". Nella prefazione della tesi, scritta da Charcot, questo solidarizzò con Janet nella richiesta di unire gli sforzi della psicologia e della medicina. In quest’opera, associò, all’epilessia e all’isteria, anche quello che chiamò psicastenia, oggetto di “Le ossessioni e la psicastenia”, pubblicata nell’anno seguente, 1903, espressione che fu incorporata nel vocabolario psichiatrico.

Oltre alla direzione del laboratorio, avendo ottenuto il trasferimento a Parigi, Janet continuò a tenere lezioni di filosofia, prima nel Collegio Rollin e dopo al liceo Condorcet, fino al 1897.

Nel 1898 fu nominato professore di psicologia sperimentale alla Sorbona, quando presentò al pubblico la tesi sulle “personalità multiple o secondarie”, gli stessi “Livelli Coscienziali” di cui parliamo nel nostro lavoro.

Cinque anni dopo, nel 1902, passò a insegnare nel Collegio di Francia, grazie all’influenza dell’amico e filosofo Bergson, rimanendo là fino al 1936. Oltre a tenere lezioni Janet faceva anche il medico specializzato in disordini mentali e nervosi.

Nell’opera “De l'angoisse à l'extase”, che ha visto la luce nel 1926 Janet riassume il suo pensiero e nelle opere “Les médications psychologiques” del 1919, e “La médecine psychologique”, del 1923, presentò il suo metodo terapeutico. Questo metodo si poggia sulla sua teoria di una forza energetica, che potrebbe essere influenzata attraverso delle tecniche di ipnosi e "suggestione", stimolazione in alcuni casi e sonno e riposo in altri.

Egli scrisse e insegnò su una larga varietà di argomenti, compreso sull’abilità di agire indipendentemente, sull’isteria, sull’ossessione, sull’amnesia e sulla personalità. Preoccupato principalmente di studiare le personalità disorganizzate, incostanti o divise, egli enfatizzò gli aspetti psicologici nell’ipnosi e contribuì al concetto moderno di nevrosi, la classe dei disordini emozionali e mentali relativi alle ansietà, fobie e altri comportamenti anormali. Critico severo della dottrina psicanalitica di Freud, contrario all’origine sessuale delle nevrosi e rivendicando a sè, non Freud, la creazione del metodo catartico nella terapia, come uno sdoppiamento della sua teoria delle idee fisse sub-consce.

I suoi studi, le sue esperienze e i suoi scritti lo fecero conoscere in tutto il mondo e poté esporre le sue idee all’estero, principalmente, nell’ambiente psichiatrico, negli Stati Uniti, dove lasciò una forte influenza. Le sue lezioni all’Università di Harvard, nel 1906, furono pubblicate in inglese con il titolo “The Major Symptoms of Hysteria” ("I principali sintomi dell’Isteria"). Un suo discepolo, Morton Prince, coltivò in America il suo approccio alle malattie mentali, che cercava di unire gli sforzi della psicologia e della medicina.

Senza nessun dubbio, noi, nell’ambito degli studi del Fenomeno Animico e delle possibilità terapeutiche dell’Apometria e TVP, non possiamo lasciare da parte le ricerche, le tesi e gli insegnamenti di Janet. Lo stesso percorso seguì Jung, che ha molto da insegnarci.

Non basta dire che si è un’apometra, solo perché la persona lavora con l’Apometria, è necessario studiare e conoscere un poco come funziona la personalità umana e i suoi molteplici, le parti di immagazzinamento delle memorie chiamate conscio, sub-conscio e inconscio; il significato, le proprietà e potenzialità dello psichismo umano. Solo così, faremo una vera Terapia Medianica o una Terapia di Vite Passate efficiente, sapere quello che stiamo facendo, dove e perché dobbiamo lavorare e quali sono le potenzialità dell’istanza o il punto da trattare. Tutto ciò affinché si possano prendere le dovute precauzioni e fare un lavoro con responsabilità, con competenza e con conoscenza della causa.

Carl Gustav Jung e la Psicologia Analitica

Carl Gustav Jung nacque il 26 luglio 1875 a Kresswil, Basilea, in Svizzera, in una famiglia religiosa. Suo padre e vari altri parenti erano pastori luterani, questo spiega, in parte, perché fin dalla tenera età, l’interesse del giovane Carl per la filosofia e questioni spirituali e per il compito della religione nel processo di maturazione psichica di persone, popoli e civilizzazioni. Fu un bambino sensibile, introspettivo, intelligente e sagace.

Entrò all’università per studiare Medicina, ma s’interessava intensamente ai fenomeni psichici e investigò vari messaggi ipoteticamente ricevuti da una medium locale (in verità, una sua cugina), questo finì per essere il materiale della sua tesi di laurea, "Psicologia e Patologia dei cosiddetti Fenomeni Psichici".

Nel 1900, Jung lavorò nella Clinica Psichiatrica Bugholzli, in Zurigo. Studiò con Pierre Janet, nel 1902. Nel 1904 montò un laboratorio sperimentale in cui creò il suo celebre test di associazione di parole per la diagnosi psichiatrica. Più tardi questo test fu perfezionato e adattato da numerosi psichiatri e psicologi. Questi studi gli avevano dato una certa reputazione, ciò che lo portò, nel 1905, a trenta anni, ad assumere la cattedra di professore di psichiatria all’Università di Zurigo.

Nel frattempo, Jung entra in contatto con le opere di Sigmund Freud (1856-1939) e, anche sapendo le forti critiche cui era soggetta all’inizio la Psicanalisi da parte degli ambienti medici e accademici, egli volle difendere le scoperte del maestro viennese, convinto dell’importanza e del progresso dei lavori di Freud. Entusiasmato con le nuove prospettive aperte dalla psicanalisi, decise di conoscere Freud personalmente. Il primo incontro tra di loro durò tredici ore ininterrotte. La comunione di idee e di obiettivi era grande, tanto che essi cominciarono a scriversi settimanalmente e Freud arrivò a dichiarare Jung il suo collaboratore più vicino ed erede logico. Tuttavia, l’identità di pensieri e amicizia non riusciva a nascondere alcune differenze fondamentali e nemmeno i confronti tra i forti geni dell’uno e dell’altro.

Jung non riuscì ad accettare mai la convinzione di Freud che le cause dei conflitti psichici erano sempre dovute ad alcuni traumi di natura sessuale e Freud non ammetteva l’interesse di Jung per i fenomeni spirituali come fonti valide di studio in se stesse. La rottura tra essi fu inevitabile.

Prima di questo incontro, Jung sviluppava un sistema teorico che inizialmente aveva chiamato, "Psicologia dei Complessi" e più tardi chiamò "Psicologia Analitica", come risultato diretto del suo contatto pratico con i suoi pazienti. Il concetto di inconscio già è ben sedimentato nella base solida della psichiatria di Jung prima dei suoi contatti con Freud, ma fu Freud il reale formulatore del concetto in termini clinici, su cui Jung poté basarsi per approfondire i propri studi. Il contatto tra i due uomini fu estremamente ricco per ambedue durante il periodo di condivisione tra di loro.

 

Quando C. Jung parla di Biblioteca universale, Inconscio collettivo, ecc., tutto ciò non è altro che l’archivio, la psicosfera della terra (che si trova attorno al nostro Pianeta - un livello energetico che sfugge alla lettura delle nostre strumentazioni attuali) serbatoio di questa energia psichica vissuta dal genere umano che è lì pronta ad essere letta o consultata ed è a disposizione di tutti noi, basta che entriamo nella giusta sintonia vibrazionale. Con medium ben addestrati, come si fa con l’Apometria, noi possiamo avere tutte le informazioni utili alla cura degli essere incarnati e disincarnati. Molto probabilmente Jung al suo tempo non ha potuto dire tutto quello che aveva scoperto – conosceva bene l’ambiente della medianità.

 

Pietro Ubaldi

Pietro Ubaldi - Pedagogista, insegnante, autore, traduttore, filosofo e pensatore spiritualista italiano. Molto noto e conosciuto in Brasile per le sue opere spiritualiste (ha scritto 24 opere – per chi volesse consultarlo il sito è http://www.pietroubaldi.com/?page_id=54). Nato a Foligno, 18 agosto 1886 e morto a São Vicente (Brasile), il 29 febbraio 1972.

Autore della splendida Opera “La Grande Sintesi” scritta tra gli anni 1930-1940, in cui affronta vari temi come la medicina, la psicologia, la fisica, ecc., dove spiega concetti logici, accompagnati da ragionamenti e riflessioni sagge. Nell’affrontare questi temi è stato un vero precursore dei tempi rispetto al processo evolutivo, spirituale e scientifico (ha avuto anche rapporti epistolari con il fisico

Albert Einstein

Albert Einstein, nei quali discutevano di leggi e principi della fisica.

Anche lui, (Albert Einstein), si permetteva di confrontarsi con questo mondo considerato magico, a cui spesso, le persone aperte ed evolute, si permettono di attingere possibili chiarimenti o alcune idee, (questa testimonianza è stata data direttamente dalla nipote (Adelaide Ferraz) di Pietro Ubaldi durante un congresso tenutosi ad Assisi nell’anno del 2011 e che attualmente vive a 25 Km da San Paolo in Brasile).

dalla pagina internet sul Dr. Sergio Felipe de Oliveira

In questo elenco voglio citare anche l’ultima perla nata in quest’ambito, l’ormai famoso ricercatore, il Dr. Sergio Felipe de Oliveira che ha condotto la ricerca sulla ghiandola Pineale, presso l’Università di San Paolo.

È professore all’Istituto di Scienze Biomediche di San Paolo, dove lavora nell’area delle Neuroscienze, della Clinica medica e della Psichiatria ed è Direttore clinico del “Pineal Mind” e dell’Istituto di Salute. Grazie a questa ricerca, finalmente ci spiega quale è la funzione della pineale. Lui ci svela che questa è la porta o il radar che ci connette con questo mondo parallelo (c’è da sottolineare che il Dott. Oliveira si è specializzato in varie branche della medicina e si è laureato anche in Fisica per cui ci fornisce spiegazioni anche scientifiche e non solo interpretazioni).

In Brasile nell’ambito Espirita (Movimento che si rifà ad Allan Kardec) è conosciuto da tutti, oltre che nel mondo scientifico in cui vive.

Chi volesse conoscere l’esposizione del suo lavoro può visitare il sito e vedere il video di una sua conferenza fatta nell’ambito del movimento spiritista Brasiliano che conta milioni di persone simpatizzanti -http://www.holuseditora.com.br/videos/pineal.html.

Dr. Antonio Larotonda

 

 

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Opere tradotte in Italiano (dal Dr. Antonio Larotonda e dalla Dott.essa Marisa Zucchini)

 

Del Dr. Josè Lacerda De Azevedo (Stimato professionista come medico)

 

1)S P I R I T O - M A T E R I A - NUOVI ORIZZONTI PER LA MEDICINA

2) ENERGIA E SPIRITO

 

Dell’autore J.S.Godinho (profondo conoscitore dell’apometria)

1) APOMETRIA – Il Cammino dell’Armonia Spirituale e della Felicità (Vecchio titolo - La Nuova Scienza dell’Anima ),

2) APOMETRIA E ANIMISMO

3) I PORTALI DELLA FELICITA’

4) SVELANDO LO PSICHISMO

5) LO PSICHISMO IN TERAPIA

6) MEDIANITA’ E APOMETRIA

7) INIZIAZIONE APOMETRICA

8) CONFLITTI DI CONSCIENZA per avere informazioni sulle opere tradotte rivolgersi al responsabile del sito.

 

LE OPERE DI

Pietro Ubaldi si trovano in Italiano.